Dolore addominale in gravidanza: fisiologia, diagnosi differenziale e gestione clinica

Il dolore addominale rappresenta un sintomo frequente durante la gravidanza e può costituire motivo di preoccupazione per la gestante. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, le cause sono di natura benigna e non comportano rischi né per la madre né per il feto. È tuttavia fondamentale distinguere le forme fisiologiche da quelle patologiche, poiché alcune condizioni possono richiedere una valutazione specialistica urgente.

Fisiopatologia e cause comuni

Durante la gestazione, l’organismo materno va incontro a significativi cambiamenti anatomici e ormonali. L’utero aumenta progressivamente di volume, determinando modificazioni nella distribuzione degli organi addominali e nel tono muscolare. Tali adattamenti possono causare dolori o tensioni addominali lievi, generalmente innocui.

Tra le cause più frequenti di dolore addominale benigno in gravidanza si annoverano:

• Distensione dei legamenti rotondi;

• Crescita uterina e pressione sugli organi pelvici;

• Stipsi e meteorismo, secondari alle modificazioni ormonali;

• Contrazioni di Braxton Hicks, note anche come pseudo-contrazioni.

Le contrazioni di Braxton Hicks

Le contrazioni di Braxton Hicks sono fenomeni fisiologici che si manifestano nel secondo o terzo trimestre di gravidanza. Si caratterizzano per una contrazione irregolare e non dolorosa del miometrio, della durata variabile tra 30 secondi e 2 minuti.
A differenza delle contrazioni del travaglio attivo, non presentano regolarità, non aumentano progressivamente in intensità e non determinano modificazioni cervicali.
Sono spesso scatenate da:

• attività fisica intensa,

• rapporti sessuali,

• disidratazione,

• vescica piena.

Le pseudo-contrazioni possono essere considerate come una “preparazione” del muscolo uterino al travaglio, senza implicazioni patologiche.

Quando il dolore può essere un segnale d’allarme

Il dolore addominale in gravidanza deve invece essere attentamente valutato quando:

• è intenso o persistente;

• presenta ritmicità e progressione in frequenza e durata;

• si associa a perdite ematiche, sensazione di peso pelvico o dolore lombare severo.

In tali casi è necessario escludere l’insorgenza di travaglio pretermine (prima della 37ª settimana) o altre condizioni ostetriche e non ostetriche (appendicite, infezioni urinarie, distacco intempestivo di placenta, ecc.).

Una valutazione ginecologica con ecografia ostetrica è sempre indicata per la diagnosi differenziale e per monitorare la lunghezza cervicale e la posizione fetale.

Gestione e raccomandazioni cliniche

Il trattamento del dolore addominale in gravidanza dipende dalla causa sottostante. In assenza di segni patologici, le seguenti misure conservative possono contribuire al sollievo sintomatico:

• riposo in posizione laterale sinistra;

• impiego di un cuscino di sostegno tra le ginocchia durante il sonno;

• bagni caldi per ridurre la tensione muscolare;

• adeguata idratazione e alimentazione ricca di fibre.

È fortemente sconsigliato ricorrere a rimedi farmacologici o naturali fai-da-te senza supervisione medica. In presenza di dubbi o dolore persistente, la consultazione tempestiva con il proprio ginecologo rappresenta sempre la condotta più sicura.

Conclusioni

Il dolore addominale in gravidanza è un sintomo comune e nella maggior parte dei casi benigno, legato ai cambiamenti fisiologici dell’organismo materno. Tuttavia, il riconoscimento precoce dei segnali di allarme e la corretta valutazione clinica consentono di prevenire complicanze e garantire la sicurezza materno-fetale. Un approccio informato, prudente e guidato dal medico rimane la strategia più efficace per una gestione ottimale del sintomo.

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