ECOGRAFIA: QUANDO FARLA? COME FUNZIONA? E’ UN ESAME SICURO?
L’ecografia (a Centocelle, Prenestino, Tuscolano, Roma) anche detta ultrasonografia è un esame diagnostico che utilizza gli ultrasuoni per ottenere immagini degli organi interni del corpo. Ad oggi è uno strumento che viene adoperato con sempre maggior frequenza nei più svariati ambiti clinici, normalmente come esame di primo livello, cioè il primo a cui viene sottoposto un soggetto nel sospetto di una qualche patologia. Qualora l’ecografia abbia posto il sospetto di una patologia la si potrà confermare con un esame TC o risonanza magnetica (RM), che sono metodiche di secondo livello.A differenza della TC o delle radiografie normali, l’ecografia (a Centocelle, Prenestino, Tuscolano, Roma) non utilizza radiazioni ionizzanti, il che le ha permesso di diventare lo strumento diagnostico principale in gravidanza e in età pediatrica.
I principali vantaggi dell’ecografia (a Centocelle, Prenestino, Tuscolano, Roma) rispetto alle altre metodiche sono:
- Innocuità: è senz’altro l’aspetto più importante. Gli ultrasuoni non sono dannosi per i tessuti biologici.
- Ripetibilità: un esame ecografico può essere ripetuto diverse volte, valutando anche come un determinato quadro patologico cambi rispetto alla clinica, e ad un eventuale trattamento.
- Ben tollerata e non invasiva: non procura fastidio al paziente e non necessita neanche di un accesso venoso preventivo.
- Rapidità di esecuzione: possono bastare pochi minuti al medico per un esame di base.
Come funziona l’ecografia (a Centocelle, Prenestino, Tuscolano, Roma)?
Per effettuare un’ecografia il medico si avvale di un’ecografo. L’ecografo è formato da:
- una sonda che trasmette e riceve il segnale;
- un sistema elettronico, formato da un trasduttore che genera le onde sonore e ne rielabora l’eco di ritorno, trasformando le onde sonore in immagini;
- un monitor per la visualizzazione delle immagini ecografiche.
L’ecografia sfrutta le proprietà degli ultrasuoni. La frequenza degli ultrasuoni utilizzati (che per definizione è superiore ai 20 kHz) varia da 2 MHz a 15 MHz circa, ed è scelta tenendo in considerazione che frequenze maggiori hanno maggiore potere risolutivo dell’immagine, ma penetrano meno in profondità nel soggetto. Queste onde sono generate da un cristallo che sfrutta l’effetto piezoelettrico, inserito in una sonda mantenuta a diretto contatto con la pelle del Paziente con l’interposizione di un apposito gel (che elimina l’aria interposta tra sonda e cute del paziente, permettendo agli ultrasuoni di penetrare nel segmento anatomico esaminato); la stessa sonda è in grado di raccogliere il segnale di ritorno, che viene opportunamente elaborato da un computer e presentato su un monitor. Dal nostro punto di vista è importante invece comprendere che gli ultrasuoni sono in grado di penetrare all’interno dei tessuti biologici, in modo inversamente proporzionale alla loro frequenza: maggiore è la frequenza dell’onda sonora, minore è la sua di arrivare in profondità. La propagazione degli ultrasuoni non è dissimile da quella che possiamo pensare immaginando un’onda che si propaga nell’acqua, ad esempio quando si getta un sassolino in uno stagno: le onde che si producono appaiono come cerchi concentrici che si allargano, man mano che ci si allontana dal punto in cui il sassolino ha toccato l’acqua. Gli ultrasuoni hanno diverse velocità di propagazione, in base alla densità del tessuto che attraversano: sono più veloci con i solidi, rallentano se incontrano gas o aria. Quando gli ultrasuoni attraversano due tessuti diversi si verifica un fenomeno di riflessione dell’onda, definito eco: l’eco si forma sulla superficie che divide i due tessuti ed impiega un certo tempo per ritornare al punto in cui il fascio di ultrasuoni è stato generato (cioè la sonda ecografica), in base alla profondità in cui si trova la superficie che ha prodotto l’eco stesso. Il ritorno del fascio di ultrasuoni, sotto forma di eco, viene catturato dalla sonda e trasformato in immagine che il medico visualizza nel monitor collegato alla sonda (immagine ecografica).
L’ecografia (a Centocelle, Prenestino, Tuscolano, Roma) può essere eseguita in tre modi diversi:
A-Mode: è attualmente superato dal B-Mode. Con la A-Mode, ogni eco viene presentato come una deflessione della linea di base, come un “picco” la cui ampiezza corrisponde all’intensità del segnale che lo ha generato. È il modo più semplice di rappresentare il segnale ecografico ed è di tipo monodimensionale. Essa dà informazioni sulla sola natura della struttura in esame (liquido o solido). La A-Mode è ancora usata, ma solo in oculistica ed in neurologia.
TM-Mode: in essa, il dato A-Mode viene arricchito dal dato dinamico. Si ottiene un immagine bidimensionale in cui ogni eco è rappresentato da un punto luminoso. I punti si spostano orizzontalmente in relazione ai movimenti delle strutture. Se le interfacce sono ferme, anche i punti luminosi rimarranno fermi. è simile all’A-Mode, ma con la differenza che viene registrato anche il movimento dell’eco. Questa metodica è tuttora usata in cardiologia, soprattutto per le dimostrazioni della cinetica valvolare.
B-Mode: si tratta di una classica immagine Ecotomografica della rappresentazione su un monitor televisivo degli echi provenienti dalle strutture in esame. L’immagine viene costruita convertendo le onde riflesse in segnali la cui luminosità è proporzionale all’intensità dell’eco; i rapporti spaziali fra i vari echi “costruiscono” sullo schermo l’immagine della sezione dell’organo in esame. Offre anch’essa immagini bidimensionali.
L’introduzione della scala dei grigi ha maggiormente migliorato la qualità dell’immagine ecografia. Così tutte le strutture corporee vengono rappresentate con toni che vanno dal nero al bianco. I punti bianchi stanno a significare la presenza di un’ immagine chiamata iperecogena (per esempio un calcolo), mentre i punti neri di un’ immagine ipoecogena (per esempio i liquidi). In base alla tecnica di scansione, l’ecografia B-Mode può essere statica (o manuale) o dinamica (real-time).
Quando si usa fare l’ecografia?
Il campo di applicazione dell’ecografia (a Centocelle, Prenestino, Tuscolano, Roma) è molto ampio. L’ecografia viene utilizzata quale screening ideale nell’ambito della medicina preventiva e per diagnosticare eventuali alterazioni patologiche degli organi.
Nello specifico le più comuni sono:
l’ecografia addominale che esplora il fegato, le vie biliari, i reni, il pancreas e la milza per valutare la maggior parte delle possibili patologie annesse;
l’ecografia ginecologica è utile per esaminare utero, ovaie e tube uterine e la presenza di eventuali anomalie, malformazioni, cisti o noduli nell’apparato riproduttivo femminile. Si può eseguire sia appoggiando la sonda sulla parete addominale, sia per via vaginale;
l’ecografia cardiaca è indicata nello studio della struttura del cuore e nella rilevazione di eventuali alterazioni strutturali causate da malattie (stenosi, insufficienza valvolare, versamenti nel sacco pericardiaco) o di alterazioni del ritmo cardiaco;
l’ecografia della mammella viene comunemente impiegata per evidenziare neoformazioni al seno e carcinoma mammario, soprattutto nelle donne giovani;
l’ecografia doppler (ecodoppler) osservare la situazione anatomico-funzionale dei grossi vasi sanguigni e del cuore;
l’ecografia tiroidea al collo è indispensabile per ottenere informazioni sulla morfologia, sul volume e sulla struttura della ghiandola tiroidea, nonché sulla presenza di eventuali noduli;
l’ecografia ostetrica consente di osservare utero e ovaie nelle donne in stato di gravidanza e valutare l’accrescimento del feto;
l’ecografia pelvica può rilevare la presenza di anomalie nella vescica;
l’ecografia muscolare evidenzia patologie a carico di muscoli o tendini e alcuni tipi di patologie articolari;
l’ecografia alla prostata e testicoli serve a valutare lo stato di salute della ghiandola prostatica.
Rischi dell’ecografia
L’ecografia è considerato un esame del tutto sicuro. Dal momento che il mezzo diagnostico utilizzato non sono le radiazioni ma onde sonore, il rischio che si corre durante la procedura è pari a zero. Proprio per il loro basso impatto, gli ultrasuoni hanno, però, dei limiti, perché non possono oltrepassare la barriera costituita dalle ossa, e non sono in grado di “leggere” gli organi e gli apparati in cui sia presente del gas. Per questo spesso è necessario associare questo metodo di indagine diagnostica ad altri quali la radiografia, la scintigrafia, la TAC, tutti esami che al contrario qualche minimo rischio lo comportano.
Norme di preparazione all’esame
A seconda della zona del corpo da analizzare con gli ultrasuoni, può essere richiesta una preparazione all’esame ecografico, oppure no. I casi in cui questa preparazione è richiesta sono i seguenti:
Ecografia pelvica. Per essere efficace è necessario che la vescica sia ben piena, per questa ragione è richiesto di bere un litro d’acqua nell’ora che precede l’ecografia, senza urinare. Può essere un po’ scomodo, ma è necessario cercare di trattenersi per non invalidare l’esame stesso.
Ecografia addominale. La preparazione per questo tipo di ecografia è più complessa. Tre giorni prima della data fissata si dovrà seguire una dieta particolare priva di scorie, il che implica l’eliminazione temporanea di cibi ricchi di fibre o meteorici come legumi, verdure e frutta, latte. Sono permessi la carne e il pesce, la pasta ma non il pane. In associazione alla dieta, è richiesto di assumere un prodotto medicinale anti gas, a scelta. Questo perché, come anticipato, la presenza di gas intestinale impedisce agli ultrasuoni di arrivare agli organi. Il giorno dell’esame ci si dovrà poi presentare digiuni da almeno 6 ore, ma con la vescica piena.
Quanto dura l’esame?
L’ecografia ha una durata media di circa 15-25 minuti in base alla sede che si vuole indagare.
Chi può sottoporsi ad un’ecografia?
L’esame ecografico non ha controindicazioni, chiunque può sottoporvisi, compresi anche donne in gravidanza, anziani e bambini. Si tratta inoltre di un esame che può essere ripetuto più volte, anche con brevi intervalli tra un esame e l’altro, ad esempio per il monitoraggio di una malattia nota che si intende seguire nel tempo. Questo esame infatti non è nocivo per la salute, a differenza di altri esami d’imaging basati sull’esposizione del paziente a radiazioni di tipo X (come radiografie o TAC) e che possono richiedere l’uso di mezzi di contrasto. È tuttavia un esame operatore-dipendente, ciò significa che è fondamentale che venga eseguito solo da personale medico esperto e che garantisca quindi la corretta esecuzione dell’esame, la formulazione di una diagnosi ed evitare quindi al Paziente, laddove possibile, controlli aggiuntivi con esami di secondo livello come la TAC.
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