CALCOLI TONSILLARI: DIAGNOSI E TRATTAMENTO

Calcoli Tonsillari: Diagnosi e Trattamento

Calcoli Tonsillari: Diagnosi e Trattamento. Poliambulatorio FisioMedica IGEA.

Sembrano autentiche formazioni di pietra di colore biancastro e, pur essendo di dimensioni ridotte, possono causare una fastidiosa sensazione alla gola, simile a quella di un boccone che non si riesce a inghiottire. Inoltre, sono spesso responsabili di alitosi persistente. Stiamo parlando dei calcoli tonsillari, meglio noti come tonsilloliti, che si sviluppano sulla superficie rugosa e irregolare delle tonsille, caratterizzata dalla presenza di piccole cavità o anfratti.

Cosa sono e come si formano i calcoli tonsillari

I calcoli tonsillari, noti scientificamente come tonsilloliti, sono agglomerati biancastri visibili a occhio nudo aprendo la bocca. Essi si localizzano nella zona delle tonsille, dove appaiono come veri e propri depositi incastonati in queste strutture linfatiche. Le tonsille, rivestite dalla stessa mucosa che tappezza l’interno della bocca, presentano tuttavia una conformazione particolare: la loro superficie irregolare è punteggiata da microcavità chiamate cripte tonsillari. In queste cripte possono accumularsi batteri, minuscoli residui alimentari e tracce di muco. Quando tali materiali restano intrappolati, tendono a pas obbligatoriamente calcificarsi con il passare del tempo, dando origine ai tonsilloliti.

Sintomi associati ai calcoli tonsillari

I calcoli tonsillari di dimensione ridotta sono spesso asintomatici e possono passare inosservati per lungo tempo. Tuttavia, quando raggiungono dimensioni più importanti, possono provocare una serie di disturbi piuttosto caratteristici. Tra i principali sintomi riportati vi è una sensazione persistente di fastidio alla gola, talvolta descritta come un ostacolo che impedisce la deglutizione completa. Inoltre, questa presenza estranea può dare origine a un ulteriore problema fastidioso: l’alitosi. L’odore sgradevole derivante dai tonsilloliti può compromettere la qualità della vita quotidiana, causando disagio o imbarazzi nell’interazione con le altre persone.

Le cause predisponenti e i trattamenti disponibili

I tonsilloliti tendono a originarsi nei contesti in cui vi sia un’alterazione dell’equilibrio locale all’interno del cavo orale e dell’orofaringe. Qualsiasi condizione che modifichi il normale pH o influenzi la flora batterica residente in queste aree può essere una possibile causa scatenante.

Tra le cause più comuni figurano faringotonsilliti ricorrenti, reflusso gastroesofageo persistente, una scarsa o trascurata igiene orale e l’utilizzo di determinati farmaci (come antibiotici o cortisonici inalatori). Anche fattori anatomici – quali tonsille particolarmente criptiche o irregolari – possono predisporre alla formazione dei calcoli.

Sul fronte dei trattamenti, il decorso è generalmente benigno per i casi meno gravi. I tonsilloliti piccoli e non sintomatici tendono a scomparire spontaneamente senza necessità di intervento medico. Quando invece la situazione si complica con dolori durante la deglutizione, fastidi irradiati fino all’orecchio o altri sintomi più invasivi, diventa opportuno intervenire chirurgicamente. La procedura tipica prevede una semplice incisione con rimozione del calcolo tonsillare. Nei soggetti che soffrono di faringotonsilliti recidivanti associate alla formazione dei calcoli, si può prendere in considerazione l’opzione della tonsillectomia per una soluzione definitiva.

Strategie di prevenzione: si possono evitare i calcoli tonsillari?

La prevenzione è possibile ma dipende strettamente dalla causa sottostante alla formazione dei calcoli. La strategia preventiva più adeguata deve quindi essere personalizzata dal medico per ciascun paziente. Tra le principali misure preventive figurano:

  • Il rafforzamento dell’igiene orale quotidiana per minimizzare l’accumulo di residui nelle cripte tonsillari.

  • Interventi mirati per evitare episodi ripetuti di tonsillite attraverso strategie di immunomodulazione.

  • L’introduzione di ceppi probiotici per riequilibrare la flora batterica nel cavo orofaringeo.

  • L’impiego di terapie mediche specifiche contro il reflusso gastroesofageo per limitare l’infiammazione.

  • Detersione delle cavità delle tonsille per evitare la formazione di calcoli.

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