INTESTINO IRRITABILE: COME AFFRONTARE LA SINDROME

Intestino Irritabile: Come Affrontare la Sindrome

Intestino Irritabile:
Come Affrontare la Sindrome.

L’intestino irritabile, o sindrome dell’intestino irritabile (IBS), è una condizione che colpisce un gran numero di persone, causando una serie di sintomi scomodi e debilitanti. Tra i principali segnali si includono gonfiore, dolori addominali, alterazioni del transito intestinale – alternando diarrea a stitichezza –, crampi, affaticamento e un generale senso di malessere. Sebbene la condizione possa colpire chiunque, sembra avere un impatto particolarmente elevato sulla qualità della vita delle donne.

Perché le donne sono maggiormente colpite dall’IBS?

La spiegazione risiede in una complessa interazione tra fattori biologici e psicologici. Numerosi studi hanno rivelato che la sindrome dell’intestino irritabile si presenta più frequentemente nelle donne rispetto agli uomini. In particolare, la forma associata prevalentemente alla stitichezza è quella che si riscontra con maggiore incidenza nel sesso femminile. Questo fenomeno suggerisce il ruolo chiave degli ormoni sessuali e di altre caratteristiche legate al genere nel determinare il quadro clinico del disturbo.

Le donne non solo lamentano sintomi più intensi rispetto agli uomini, ma spesso riportano anche un aumento di affaticamento, depressione e ansia. Questi problemi secondari amplificano il disagio generale e peggiorano ulteriormente la qualità della vita. Inoltre, le variazioni ormonali tipiche del ciclo mestruale sembrano accentuare i sintomi dell’IBS, influenzando la sensibilità intestinale e la percezione del dolore in modo più marcato rispetto agli uomini.

I sintomi principali dell’intestino irritabile

Se soffri di IBS, potresti sperimentare una gamma di sintomi che variano per intensità e frequenza. Tra i disturbi più comuni riscontriamo:

  • Dolore o crampi addominali, generalmente intensificati dopo i pasti e alleviati dalla defecazione.

  • Presenza di gonfiore addominale, spesso accompagnata da eccessiva aria nella pancia (meteorismo).

  • Episodi di diarrea o, al contrario, stitichezza persistente.

  • Difficoltà nell’evacuazione con sensazione di incompleto svuotamento intestinale.

  • Aumento della flatulenza (eccessive emissioni di gas).

  • Muco presente nelle feci.

  • Stanchezza cronica e mancanza di energia.

  • Disagi come nausea o dispepsia (cattiva digestione).

  • Urgenza frequente di urinare o percezione di uno svuotamento vescicale incompleto.

Un impatto significativo sulla vita quotidiana

Vivere con l’intestino irritabile può essere estremamente frustrante e limitante. La gestione dei sintomi richiede spesso cambiamenti nello stile di vita, nella dieta e talvolta il supporto di terapie psicologiche per migliorare la qualità di vita. Partire dalla consapevolezza del problema e dai fattori che lo scatenano è il primo passo verso un trattamento più efficace e personalizzato. Se ritieni di poter avere questa sindrome, non sottovalutare i segnali: confrontati con uno specialista per ricevere supporto concreto e migliorare il tuo benessere quotidiano.

Come si diagnostica la sindrome dell’intestino irritabile?

La diagnosi di IBS (Sindrome dell’Intestino Irritabile) si basa sui criteri di Roma, un insieme di linee guida cliniche che aiutano a definire il disturbo. Secondo questi criteri, per fare diagnosi, è necessario riscontrare la presenza di dolore o fastidio addominale per almeno sei mesi, con una frequenza di almeno un giorno alla settimana negli ultimi tre mesi, associato a irregolarità nell’evacuazione (alterazioni delle feci e della loro consistenza).

Tuttavia, poiché i sintomi della IBS sono spesso simili ad altre patologie gastrointestinali, la diagnosi viene generalmente effettuata per esclusione. Questo significa che bisogna eliminare la possibilità che si tratti di altre condizioni mediche. Per questo motivo, il processo diagnostico prevede un’accurata raccolta della storia clinica del paziente (anamnesi), un esame obiettivo approfondito e alcuni test di laboratorio come analisi del sangue e delle feci, utili anche per verificare l’assenza di eventuali segnali d’allarme. Sulla base dei risultati della visita, il gastroenterologo può ritenere necessario approfondire con ulteriori accertamenti. Tra questi, si possono includere il breath test al lattosio per identificare intolleranze, un’ecografia addominale che valuti lo stato delle anse intestinali, test per allergie alimentari o una colonscopia per escludere altre problematiche.

Quali sono i fattori scatenanti della sindrome dell’intestino irritabile?

L’insorgenza della sindrome dell’intestino irritabile può essere influenzata da una combinazione di fattori diversi, tra cui:

– Componenti psico-sociali, come ansia e stress che possono amplificare i sintomi.

– Predisposizione genetica, ovvero una tendenza ereditaria a sviluppare il disturbo.

– Alterazioni del microbiota intestinale, la comunità di batteri “buoni” che popolano l’intestino.

– Infiammazione microscopica post-infettiva, che può emergere in seguito a infezioni intestinali.

– Uso prolungato di farmaci, in particolare antibiotici, che possono alterare l’equilibrio intestinale.

– Problemi legati alla motilità intestinale, ossia la capacità dell’intestino di muoversi correttamente.

– Disturbi della percezione viscerale, che rendono l’intestino più sensibile al dolore.

– Aumento della permeabilità della mucosa intestinale, che può favorire infiammazioni o irritazioni.

– Disfunzioni nella comunicazione tra il sistema nervoso centrale e quello enterico, conosciuto anche come “secondo cervello”.

I sintomi possono inoltre aggravarsi in presenza di alcuni alimenti e bevande come cibi molto grassi o speziati, alcol e caffeina. Anche condizioni emotive come situazioni di forte stress o ansia possono contribuire a peggiorare il quadro clinico.

In definitiva, per gestire al meglio la sindrome dell’intestino irritabile è essenziale un approccio combinato che tenga conto dei fattori scatenanti e dei meccanismi alla base di questo disturbo multifattoriale.

L’intestino irritabile spesso si presenta insieme ad altre condizioni patologiche, tra cui:

– Dispepsia funzionale.

– Malattia da reflusso gastroesofageo.

– Sensibilità al glutine.

– Fibromialgia.

– Dolore pelvico cronico.

Come si affronta il trattamento dell’intestino irritabile?

Il trattamento per la sindrome dell’intestino irritabile è personalizzato, prendendo in considerazione la gravità dei sintomi.

Per i sintomi da lievi a moderati, lo specialista può consigliare al paziente delle modifiche nello stile di vita, concentrandosi su dieta e attività fisica, oltre a una terapia farmacologica iniziale per alleviare i sintomi, come l’uso di antispastici. Se questo approccio non porta ai miglioramenti sperati dopo 6-8 settimane, si può suggerire una dieta con basso contenuto di FODMAPs (Fermentable Oligosaccharides Disaccharides Monosaccharides And Polyols) e una terapia farmacologica di secondo livello, che potrebbe includere lassativi, antidiarroici o antidepressivi.

Nei casi di sintomi gravi o difficili da controllare, la terapia sarà principalmente farmacologica e, se non sufficiente, potrebbe comprendere l’uso di farmaci con evidenze di efficacia moderate o bassi e nuovi interventi terapeutici.

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