Mononucleosi: Cause e Modalità di Trasmissione

La mononucleosi infettiva rappresenta una patologia di natura virale, trasmissibile principalmente attraverso il contatto con la saliva. Proprio per questa modalità di contagio è comunemente denominata “malattia del bacio”.
La mononucleosi è principalmente caratterizzata da manifestazioni cliniche lievi, spesso consistenti in una sensazione generale di malessere, astenia e fatica persistente. Tale quadro sintomatologico si presenta frequentemente sotto forma di sindrome simil-influenzale. In alcuni casi, l’infezione può decorre in maniera subclinica, ovvero priva di sintomi rilevanti.
La patologia, tuttavia, può manifestarsi con sintomi più severi qualora vengano coinvolti linfonodi, milza, fegato, cuore, polmoni o sistema nervoso centrale. Tali condizioni richiedono un intervento tempestivo da parte dello specialista medico per determinare l’eventuale necessità di terapie di supporto. Il periodo di incubazione associato alla mononucleosi varia solitamente tra 30 e 50 giorni.
Questa patologia colpisce più frequentemente gli adolescenti, ma non risparmia nemmeno i bambini.
Come si trasmette la mononucleosi?
Questa malattia si trasmette in due modalità principali: in modo diretto, ovvero tramite lo scambio di saliva, o in modo indiretto, come ad esempio attraverso l’utilizzo di un bicchiere appartenente a un soggetto infetto. Il periodo di incubazione del virus varia generalmente tra i 30 e i 50 giorni, durante i quali l’infezione può rimanere asintomatica prima di manifestarsi.
Che tipo di infezione rappresenta?
Si tratta di un’infezione virale caratterizzata da una diffusione a livello globale. Nei paesi in via di sviluppo o laddove le condizioni igieniche sono carenti, essa tende a essere acquisita in età precoce. Invece, nelle nazioni dotate di sistemi sanitari più avanzati e standard igienici più elevati, si osservano due picchi principali di incidenza: durante l’infanzia e nel periodo dell’adolescenza. Uno degli aspetti peculiari di questa malattia è che il virus responsabile può rimanere attivo nella saliva anche fino a cinque mesi dopo l’infezione iniziale, rappresentando quindi un rischio per la trasmissione. Oltre ai contatti diretti e indiretti, il virus può essere trasmesso mediante emotrasfusioni, trapianti di organi solidi o cellule staminali.
Quali sono le cause della malattia?
L’origine della mononucleosi risiede nell’infezione provocata dal virus di Epstein-Barr (EBV), appartenente alla famiglia degli herpesvirus. Questo agente virale svolge un ruolo chiave nell’insorgenza della patologia.
Quali sintomi presenta questa infezione?
La mononucleosi si manifesta spesso in maniera lieve e può perfino essere del tutto priva di sintomi evidenti. Tuttavia, quando i sintomi compaiono, essi possono includere una varietà di disturbi transitori quali senso generale di debolezza, febbre persistente, affaticamento cronico, ingrossamento dei linfonodi e della milza.
La fase acuta della malattia è frequentemente accompagnata da episodi di mal di gola severo. In molti casi, si osserva la comparsa di placche biancastre sulle tonsille che talvolta assumono dimensioni significative al punto da rendere difficoltosa la deglutizione.
Anche se la mononucleosi è generalmente considerata una condizione benigna, non mancano le situazioni più complesse in cui possono insorgere complicazioni, raramente gravi ma potenzialmente pericolose. Queste complicazioni possono includere:
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Epatite, con possibile compromissione della funzionalità epatica.
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Anemia emolitica e trombocitopenia, che indicano rispettivamente una riduzione dei globuli rossi e delle piastrine.
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Miocardite, ossia un’infiammazione del muscolo cardiaco.
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Sindrome di Guillain-Barré, una malattia rara che coinvolge il sistema nervoso.
Diagnosi della mononucleosi
La diagnosi della mononucleosi infettiva è principalmente clinica e trova fondamento nell’individuazione di segni e sintomi caratteristiche della malattia. Per una conferma diagnostica, vengono eseguiti test sierologici volti all’identificazione di anticorpi specifici anti-EBV. Questi esami consentono non solo di distinguere la mononucleosi da altre infezioni virali, come quella da citomegalovirus, ma anche da patologie con manifestazioni analoghe nell’esordio.
La durata dell’infezione varia generalmente da due settimane a un mese, sebbene i sintomi residui possano protrarsi ulteriormente. Risulta cruciale attenersi scrupolosamente alle raccomandazioni mediche durante la fase di convalescenza per prevenire complicazioni o rallentamenti nel processo di recupero.
Come viene trattata questa patologia?
Per fortuna, la mononucleosi segue nella maggior parte dei casi un decorso clinico benigno. I sintomi tendono a regredire spontaneamente nel giro di alcune settimane senza necessitare di interventi medici invasivi. L’approccio terapeutico è solitamente mirato ad alleviare i disturbi sintomatici attraverso il riposo e l’eventuale utilizzo di farmaci per gestire febbre e infiammazione, favorendo così il naturale recupero dell’organismo.
Strategie preventive
La prevenzione della diffusione del virus di Epstein-Barr si basa principalmente sull’evitare il contatto diretto con secrezioni salivari provenienti da persone infette. È importante sottolineare che il virus può restare attivo nella saliva per un periodo prolungato dopo la risoluzione della fase clinica acuta. Inoltre, i soggetti che hanno contratto il virus possono eliminarlo periodicamente per tutta la vita, anche in condizioni di completa asintomaticità. Ciò contribuisce alla significativa diffusione della malattia a livello mondiale.
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