EPICONDILITE DEL GOMITO: CAUSE, SINTOMI E TRATTAMENTI

Epicondilite del gomito, Centro FisioMedica IGEA di Roma, Centocelle, Prenestino.

EPICONDILITE DEL GOMITO: CAUSE, SINTOMI E TRATTAMENTI

L’epicondilite del gomito, conosciuta anche come il gomito del tennista, è la più comune sindrome da sovraccarico del gomito; essa si presenta come un dolore nella parte laterale-esterna del gomito, che può essere localizzata in un punto ben preciso oppure diffondersi lungo l’avambraccio, raramente arrivando fino al polso ed alle dita. Il primo sintomo dell’infiammazione è il dolore nella zona del gomito, con una possibile irradiazione al polso e alla mano. Il dolore tipicamente insorge sul lato del gomito, e si intensifica quando si distendono il braccio, o la mano, o si ruota il polso. Se non si interviene sull’infiammazione, ben presto il gomito:

  • si gonfierà;
  • sarà caldo e arrosato;
  • la tumefazione indica sovente un versamento di liquido sinoviale interno o borsite.

Oltre al dolore si possono riscontrare:

  • perdita di forza nella presa, braccio debole;
  • difficoltà a compiere gesti normali come reggere le buste della spesa, aprire una bottiglia o stringere una mano;difficoltà a distendere il braccio, che appare più corto dell’altro.

Il dolore si presenta inizialmente solo durante alcune attività manuali, ma può arrivare ad essere presente anche a riposo.

Epicondilite del gomito, Centro FisioMedica IGEA di Roma, Centocelle, Prenestino.Inizialmente si pensava che questa patologia fosse data da una infiammazione a carico dei tendini che si inseriscono sull’epicondilo laterale del gomito, tuttavia le ultime scoperte scientifiche hanno messo in evidenza la natura degenerativa del problema: questo infatti è dato da un processo degenerativo a carico di questi tendini, che vanno incontro a delle modificazioni a livello cellulare che possono essere responsabili dei sintomi tipici dell’epicondilalgia. Per questo motivo si è infatti passati al termine tendinopatia laterale di gomito, che sta proprio ad indicare la sofferenza a carico dei tendini che si inseriscono in zona epicondiloidea. La causa principale per questo disturbo è il sovraccarico funzionale a carico del gomito, ovvero un utilizzo eccessivo e prolungato nel tempo che a lungo andare può portare alla degenerazione dei tendini e allo sviluppo dei sintomi. Soggetti sportivi o soggetti che per il lavoro devono ripetere lo stesso tipo di movimento per periodi di tempo prolungati sono quelli maggiormente a rischio. Se non curata correttamente, la situazione diventa sempre più grave e dolorosa fino al punto che anche il semplice gesto di sollevare il braccio per bere un bicchiere d’acqua diventa problematico.

Cause della epicondilite del gomito

La causa più comune di questa patologia è l’esecuzione di gesti manuali ripetitivi, come l’uso del computer, il sollevamento di pesi, l’utilizzo di strumenti da lavoro, e di tutte quelle attività che causano un sovraccarico ripetitivo dei muscoli estensori del polso e pronatori dell’avambraccio; per questo è molto comune nelle persone che svolgono lavori manuali come elettricisti, carpentieri o giardinieri, cuochi, pittori e imbianchini, musicisti, baristi, sarti, barbieri e parrucchieri o in chi si cimenta per la prima volta in attività manuali ripetitive e prolungate senza un adeguato allenamento. Quando invece il dolore è localizzato nella parte interna del gomito, si parla di epitrocleite o “gomito del golfista”; si tratta della stessa patologia, solo riguardante altri muscoli dell’avambraccio. L’epicondilite è un sintomo comune in entrambi i sessi e interessa quasi sempre il braccio dominante.

Diagnosi della epicondilite del gomito

La diagnosi è clinica: dopo aver raccolto l’anamnesi del Paziente si passa all’esame del gomito. Vengono testati i movimenti, la forza muscolare dei principali muscoli del braccio per rilevare una eventuale debolezza e una eventuale provocazione del dolore testando determinati muscoli del gomito (come ad esempio quelli che permettono l’estensione del polso e delle dita) e dei test ortopedici per confermare la diagnosi di tendinopatia laterale di gomito. Le indagini strumentali tra cui la radiografia, l’ecografia, la risonanza magnetica e l’elettromiografia possono servire a confermare il sospetto clinico e ad escludere altre cause di dolore laterale al gomito, come sindromi da compressione del nervo radiale, compressione delle radici nervose cervicali, instabilità articolare e patologie articolari degenerative. A riguardo però è fondamentale sottolineare come la letteratura riporti tendenzialmente una scarsa correlazione tra l’intensità del dolore e la patologia tendinea. Questo significa che non sempre un “brutto” quadro ecografico con tendini molto degenerati può essere correlato ad un dolore severo e che, viceversa, talvolta un quadro tendineo buono o privo di alterazioni importanti può comportare comunque un dolore maggiore. Inoltre, come per altre regioni anatomiche, anche qui c’è un’alta presenza di alterazioni tendinee nei soggetti privi di dolore. Il tutto suggerisce come l’epicondilite possa avere una genesi che va oltre il quadro di degenerazione dei tendini. Una volta individuati i problemi a carico del gomito, si passa al trattamento fisioterapico, che ha l’obiettivo di ridurre il dolore e recuperare la piena funzionalità del braccio.

Cura della epicondilite del gomito

Epicondilite del gomito, Centro FisioMedica IGEA di Roma, Centocelle, Prenestino.Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la sola sospensione dell’attività provocativa ed il riposo non è la soluzione ideale del problema, se non nella fase acuta; diverse ricerche hanno infatti dimostrato come il migliore intervento sia l’abbinamento di trattamenti manuali e di esercizi terapeutici. Inizialmente la prima e necessaria terapia sarà il riposo, in particolare l’immediato stop all’attività ripetitiva che abbia scatenato l’infiammazione, almeno fino a regressione di sintomi. Può aiutare anche l’uso di un apposito tutore dinamico che tenga l’arto fermo e permetta ai tendini di rigenerarsi. Il trattamento manuale consiste in una serie di interventi come mobilizzazioni articolari, massaggi, manipolazioni, frizioni profonde del tendine, stretching, con lo scopo di diminuire il dolore nel breve termine e di ripristinare la corretta vascolarizzazione ed elasticità delle strutture coinvolte. Gli esercizi terapeutici hanno invece lo scopo di “riabituare” i tendini e le strutture coinvolte a sopportare i carichi, in modo da poter riprendere le attività abituali senza il rischio di ricreare un sovraccarico. Anche alcune terapie strumentali come la Tecarterapia, la Laserterapia e gli Ultrasuoni hanno dimostrato di avere buoni effetti positivi sul dolore in questa patologia, e sono quindi da considerare validi coadiuvanti nella gestione delle epicondiliti/epitrocleiti. La fisioterapia è spesso indispensabile perché rappresenta l’unico mezzo a disposizione per prevenire le recidive. Seguire un programma di riabilitazione specifico, fare attenzione a evitare sforzi e movimenti ripetuti in modo eccessivo, può sicuramente aiutare a correggere il movimento ripetitivo che ha generato l’epicondilite. Si consiglia in particolare di:

  • tenere una posizione di lavoro adeguata;
  • utilizzare strumenti leggeri e dall’impugnatura conforme alla propria mano;
  • alternare le due braccia nell’utilizzo in movimenti ripetitivi;
  • tenete i polsi diritti quando sollevate qualcosa, e rigido;
  • rinforzare la muscolatura del braccio con opportuni esercizi di stretching da eseguire a casa tutti i giorni.

Una tendinite dura anche due-tre settimane, che se non trattata può continuare a presentarsi per anni. Se il dolore è forte, si possono assumere degli antinfiammatori da banco, sia per bocca che ad uso topico tra cui pomate e gel, ma solo all’occorrenza. Appena si sente dolore al gomito è bene andare dal medico, di modo che capisca se si tratta davvero di epicondilite o di altro.

Chirurgia

Per quanto riguarda la chirurgia l’intervento (realizzato artroscopicamente o a cielo aperto) ha l’obbiettivo di rimuovere il tessuto degenerato e di favorire i processi riparativi tendinei attraverso una cruentazione locale, ossia dei gesti tecnici mirati ad aumentare la vascolarizzazione locale del tendine e della sua inserzione ossea che ne favorirebbe la guarigione. L’intervento chirurgico è considerabile nei casi di fallimento del trattamento conservativo (dopo un minimo di 6 mesi di tempo).

FisioMedica IGEA: il tuo Centro Medico di Fiducia

Hai una domanda? Chiamaci ora!

Per maggiori informazioni potete contattarci al numero 06.45.777.400 o recarvi di persona presso il nostro Centro Medico, sito a Roma in Via Giacomo Bresadola 45 zona Centocelle, facilmente raggiungibile mediante Metro C o limitrofi di Roma Est, Prenestina, Casilina, Collatina, Allessandrino e Quarticciolo.

Fisioterapia e Riabilitazione

Un’ampia offerta di servizi terapeutici e riabilitativi, 480 mq di struttura accogliente, per un progetto innovativo di recupero e rimessa in Salute. Una Equipe di Professionisti sempre aggiornati per progetti fisioterapici e riabilitativi individuali e pluridisciplinari.

Il testo presente in queste pagine è solo a scopo informativo. Non sostituisce in alcun caso il consiglio medico professionale, in quanto potrebbe non rappresentare la situazione di chi consulta queste pagine web. Non utilizzare queste informazioni per diagnosticare o trattare un problema di salute senza consultare un medico.