MORBO DI CROHN: UN’INFIAMMAZIONE INTESTINALE DA CONOSCERE

Morbo di Crohn: Un’Infiammazione Intestinale da Conoscere

Morbo di Crohn. Centro FisioMedica IGEA di Roma, zona Centocelle, Prenestino.

Morbo di Crohn. Centro FisioMedica IGEA di Roma, zona Centocelle, Prenestino.

Cos’è il morbo di Crohn?

Il morbo o malattia di Crohn è una malattia infiammatoria intestinale che può interessare sia l’intestino tenue che il colon (nel 45% dei casi), solo l’intestino tenue (nel 35% dei casi) o solo il colon (nel 20% dei casi).

Più raramente il morbo di Crohn può colpire altri tratti dell’apparato digerente come l’esofago, lo stomaco e il duodeno.

Questa patologia interessa indistintamente sia la popolazione maschile che quella femminile e, nella maggioranza dei casi, colpisce Pazienti molto giovani con un’età media tra i 15 e i 25 anni.

Fattori di rischio che vanno tenuti in considerazione perché possono favorire la malattia o peggiorarne l’andamento. Questi sono:

l’età: sebbene si possa manifestare a qualsiasi età, è più frequente nei giovani. Nella maggior parte di casi il morbo di Crohn si manifesta prima dei 30 anni.

la storia familiare: se un parente stretto soffre di morbo di Crohn è più facile che anche altre persone all’interno della famiglia ne soffrano. 1 persona su 5 affetta da questa patologia ha un familiare che ne soffre.

l’etnia: le persone bianche e dell’Europa orientale di discendenza ebraica hanno maggior probabilità di sviluppare il morbo di Crohn rispetto a popoli di altre etnie.

il fumo di sigaretta.

farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): il più noto è forse l’ibuprofene, ma anche il diclofenac sodico e il naprossene sodico. Sebbene questa classe di farmaci non sia fra le cause scatenanti, tuttavia possono peggiorare i sintomi della malattia;

il luogo dove si vive: le persone che vivono in un paese industrializzato e in aree urbane sono più soggette a sviluppare la malattia. Ciò porta a ipotizzare che una dieta di tipo occidentale, ricca di grassi animali e cibi raffinati, possa avere un ruolo nella genesi della malattia. Sembra che anche vivere in climi freddi, nordici porti a maggiore probabilità di sviluppare la malattia.

lo stress: non è fra le possibili cause della malattia, tuttavia le persone con stress cronico e che sono affette da morbo di Crohn hanno più probabilità di riacutizzazioni. Non è raro, inoltre, che sia la malattia stessa a causare un eccesso di stress nel momento di massimo malessere.

Quali sono le complicanze del morbo di Crohn?

La perdita di peso e l’astenia sono i sintomi generali più diffusi causati dal male assorbimento di diverse sostanze tra cui i grassi, i sali biliari, alcune vitamine (B12, D e K) e talvolta altre sostanze nutritive come i carboidrati.

Altre complicanze possono essere lo sviluppo di infezioni batteriche nei tratti intestinali colpiti o a livello delle vie urinarie, lo sviluppo di fibrosi intestinali e di fistole, ostruzioni intestinali, calcoli renali e biliari, artrite, infiammazioni della spina dorsale e pelviche, infiammazioni oculari, stomatite aftosa, eritema nodoso.

I sintomi del morbo di Crohn

In alcuni casi chi soffre di morbo di Crohn ha pochi sintomi spesso anche aspecifici, e la malattia viene scoperta in seguito ad indagini effettuate per altri motivi. In altri casi, invece, a seconda della localizzazione intestinale, i sintomi del morbo di Crohn possono avere le seguenti manifestazioni:

  • diarrea cronica, con una durata oltre le 4 settimane, molto spesso notturna.
  • dolore e crampi addominali soprattutto nel quadrante destro.
  • perdita di peso, che può essere anche importante.
  • feci con presenza di sangue.
  • febbricola soprattutto serale.
  • dolori articolari.
  • ascessi e fistole anali.

Circa il 20% di chi soffre del morbo di Crohn può sviluppare delle complicanze. La più comune di queste è la stenosi, più o meno marcata, cioè un restringimento di alcuni tratti dell’intestino. Quando si verifica la stenosi può provocare: crampi, distensione addominale fino ad arrivare a una sub-occlusione, con ostruzione parziale o, nei casi più gravi, completa del lume intestinale. Un’altra complicazione associata alla presenza della malattia di Crohn sono le perforazioni che possono causare sanguinamento rettale. Inoltre possono manifestarsi abbastanza frequentemente anche fistole e ascessi.

Diagnosi

Morbo di Crohn. Centro FisioMedica IGEA di Roma, zona Centocelle, Prenestino.Indispensabili sono una visita medica e alcuni esami diagnostici, come le analisi del sangue che potrebbero mettere in evidenza un’anemia, provocata dal sanguinamento dell’intestino.

Anche l’elevato numero di globuli bianchi potrebbe indicare la presenza di una infiammazione su cui indagare.

L’aumento della VES, della proteina C reattiva e la diminuzione dell’albumina sono ulteriori spie che è bene comunque tenere in considerazione.

Le analisi delle feci sono un altro esame che viene prescritto quando si sospetta il morbo di Crohn, poiché mettono in evidenza tracce di sangue occulto appunto nelle feci e/o la presenza di Yersinia Enterocolica, un bacillo gram-negativo responsabile della yersiniosi che si manifesta con sintomi di tipo gastroenteritico. Altro esame possibile sulle feci è la determinazione della Calprotectina che è un marker di infiammazione.

Per diagnosticare il morbo di Crohn gli esami del sangue non son sufficienti ed è necessaria la conferma attraverso indagini strumentali come l’ileocolonscopia e la gastroscopia che esaminano lo stato della mucosa del tubo gastroenterico.

Anche l’ecografia, risonanza magnetica o la colonscopia possono essere necessarie, al fine di definire meglio la localizzazione della malattia ed escludere eventuali complicanze.

È importante, ai primi sintomi, rivolgersi al medico. Mediamente, infatti, la diagnosi del morbo di Crohn viene fatta a 3 anni dall’insorgenza dei primi sintomi. Ma, come per altre malattie infiammatorie, la diagnosi precoce è fondamentale per evitare complicanze o danni permanenti che potrebbero richiedere l’intervento chirurgico.

La terapia del morbo di Crohn

L’obiettivo della terapia per la gestione del morbo di Crohn è l’attenuazione dell’infiammazione intestinale. I trattamenti previsti, che variano anche in base al tratto gastrointestinale che risulta interessato dall’infiammazione, sono:

steroidi, di tipo sistemico oppure a bassa biodisponibilità. Svolgono un ruolo antinfiammatorio e servono a modulare la risposta immunitaria.

farmaci biologici. Si tratta di anticorpi monoclonali che in modo selettivo bloccano alcune molecole responsabili dell’infiammazione.

farmaci immunosoppressori, come ad esempio l’azatioprina, che portano alla morte dei globuli bianchi che sono attivati e determinano l’infiammazione.

cellule staminali mesenchimali, per trattare le fistole perianali che non rispondono ad altri trattamenti.

antibiotici intestinali, somministrati solo nei casi di complicanze.

Si può ricorrere ad un intervento chirurgico quando è necessario rimuovere complicanze ormai irreversibili, e quando l’approccio farmacologico non determina benefici per il Paziente.

Quali cibi evitare?

I Pazienti che soffrono della malattia di Crohn hanno necessità di seguire uno specifico regime alimentare che eviti l’aggravamento della malattia. Per raggiungere questo scopo è necessario ridurre al minimo, anche se sarebbe meglio eliminare del tutto, alimenti quali carni grasse, rosse, affumicate oppure lavorate, come ad esempio gli insaccati.

Le bevande gasate o zuccherate, insieme alla frutta e alla verdura se consumate crude, possono determinare un peggioramento dei sintomi.

Anche gli snack di lavorazione industriale possono causare un peggioramento sintomatico. Devono essere esclusi dal proprio regime alimentare altri alimenti: i cibi particolarmente piccanti o speziati, i fritti, la caffeina e gli alcolici.

Tra i condimenti vanno infine esclusi gli olii di semi e le margarine.

Prenota online

Gli specialisti del centro FisioMedicaIGEA ti aiuteranno a soddisfare le tue esigenze.