TIROIDE: DISTURBI, DIAGNOSI E TRATTAMENTI

Tiroide: Disturbi, Cause e Diagnosi, Roma, FisioMedica IGEA.

TIROIDE: DISTURBI, DIAGNOSI E TRATTAMENTI

Trattamento disturbi della Tiroide. FisioMedica IGEA di Roma. Zona Centocelle, Prenestino.La tiroide è una piccola ghiandola endocrina, di forma “a H” o “a farfalla”, che si trova nella parte anteriore del collo ed è costituita da due lobi, uno destro e uno sinistro, uniti tra loro da uno stretto ponte, un istmo. Normalmente la tiroide in un adulto pesa circa 20 grammi.
 È dunque un viscere superficiale, impari e mediano. Questa posizione strategica ha consentito a molteplici chirurghi di creare un ramo specializzato della chirurgia: la chirurgia della tiroide. È grazie ai primi interventi di tiroidectomia che si posseggono conoscenze a livello istopatologico delle malattie della tiroide. La tiroide, come tutte le ghiandole endocrine, produce ormoni, a base di tirosina, che contengono rispettivamente 4 e 3 atomi di iodio. La tiroide produce l’ormone tiroideo, per il 90% sotto forma di tiroxina (T4) e il restante 10% di triiodiotironina (T3). In generale i valori normali su decilitro di sangue variano per la tiroxina da 5 a 12 mcg, per la triiodiotironina da 80 a 180 nanogrammi. Pur essendoci una differenza di valori così rilevante, sia il T3 che il T4 rivestono la medesima importanza, infatti una parte considerevole della tiroxina viene trasformata in triiodotironina nei tessuti periferici. L’ormone tiroideo regola numerose funzioni del metabolismo, tra cui lo sviluppo del sistema nervoso centrale e l’accrescimento corporeo. Per mantenere il metabolismo ad un livello normale deve essere continuamente secreta esattamente la giusta quantità di ormoni tiroidei, infatti piccole variazioni possono avere ripercussioni notevoli sull’organismo. La sintesi e la secrezione degli ormoni tiroidei è controllata da ghiandole presenti nel cervello: l’ipofisi e l’ipotalamo. La tireotropina, nota con la sigla TSH, è un ormone prodotto dalla ipofisi, una piccola ghiandola endocrina posta alla base del cranio, il cui compito è di far aumentare la secrezione degli ormoni tiroidei. Il TSH è a sua volta controllato da un ormone prodotto dall’ipotalamo, noto con la sigla TRH.

Gli ormoni tiroidei prodotti dalla tiroide hanno una vasta gamma di effetti sul corpo umano. Questi includono:

  1. Metabolici. Gli ormoni tiroidei aumentano il metabolismo basale avendo effetti su quasi tutti i tessuti del corpo. L’appetito, l’assorbimento di sostanze e la motilità intestinale sono tutti influenzati dagli ormoni tiroidei;
  2. Cardiovascolari. Gli ormoni aumentano la velocità e la forza del battito cardiaco. Aumentano la frequenza respiratoria, l’assunzione e il consumo di ossigeno e aumentano l’attività dei mitocondri. Questi fattori, combinati, aumentano il flusso sanguigno e la temperatura corporea;
  3. Sviluppo. Gli ormoni tiroidei sono importanti per il normale sviluppo. Aumentano la crescita dei giovani, e le cellule del cervello in via di sviluppo sono l’obiettivo principale per gli ormoni tiroidei T3 e T4. Gli ormoni tiroidei svolgono un ruolo particolarmente cruciale nella maturazione del cervello durante lo sviluppo fetale;
  4. Gli ormoni tiroidei svolgono anche un ruolo fondamentale nel mantenimento della normale funzione sessuale, del sonno e dei modelli di pensiero.

L’importanza dello iodio

Per poter funzionare correttamente, la tiroide necessita di un adeguato apporto nutrizionale giornaliero di iodio pari a 150 ug. Lo iodio, a sua volta, viene assorbito dalla ghiandola tiroidea sottoforma di ioduro e combinato chimicamente con l’aminoacido tirosina per sintetizzare l’ormone tiroideo. La carenza di iodio è responsabile dell’insorgenza di patologie più o meno gravi, come l’iper o l’ipoproduzione di ormone tiroideo da parte della ghiandola.

Tiroide: Disturbi, Cause e Diagnosi, Roma, FisioMedica IGEA.

Le patologie della tiroide

La tiroide è una piccola ghiandola endocrina, forma "a H" o "a farfalla", che si trova nella parte anteriore del collo ed è costituita da due lobi...

Il gozzo si identifica con un ingrossamento della tiroide e può essere classificato come endemico (quando interessa più del 5% della popolazione in età scolare di una determinata area geografica) o sporadico. Il gozzo endemico è legato alla carenza di iodio, un elemento fondamentale per una corretta funzionalità tiroidea. Inoltre il gozzo può essere classificato in base alla sua morfologia come diffuso o nodulare e, sulla base della funzione tiroidea, come normofunzionante o iperfunzionante (tossico). Nel 95 per cento dei casi, i noduli si rivelano benigni, nel 5 per cento dei casi, soprattutto in presenza di un solo nodulo dominante tra altri, può essere un tumore maligno che prevede un’asportazione di tipo chirurgica. Come le altre malattie tiroidee, il gozzo colpisce in modo prevalente le donne con un rapporto di oltre 15 a 1 rispetto agli uomini. Nel caso del gozzo normofunzionante (eutiroideo) non associato alla presenza di sintomi compressivi non è indicata la terapia farmacologica, ma solo il periodico monitoraggio ecografico. In presenza di un gozzo di grosse dimensioni è indicato il trattamento chirurgico (tiroidectomia).

L’ipertiroidismo è una condizione caratterizzata da un’eccessiva produzione degli ormoni tiroidei triiodotironina (T3) e tiroxina (T4). Essendo questi responsabili della modulazione del metabolismo basale, del battito cardiaco, della temperatura e del peso corporeo, tutti questi processi fisiologici potrebbero risultare alterati nel soggetto che presenta ipertiroidismo. Le patologie che possono portare a un alterato funzionamento della tiroide sono:

  • la malattia di Graves: è una patologia autoimmune che insorge prevalentemente nelle donne con un rapporto di 4:1 rispetto agli uomini. Si ha un aumento di volume della ghiandola che è tipicamente diffuso a entrambi i lobi della tiroide.
  • adenoma tossico o autonomo: è una patologia benigna della tiroide in cui un nodulo va incontro a una mutazione che lo fa funzionare in maniera eccessiva e non controllata;
  • gozzo multinodulare iperfunzionante: in questo caso i noduli tiroidei che acquisiscono una funzione autonoma sono più di uno;
  • tiroiditi: sono patologie infiammatorie a carico della tiroide;
  • assunzione di elevate quantità di ormoni tiroidei.

Gli ormoni tiroidei hanno il compito di agire su tutte le cellule per modularne la funzionalità in relazione alle richieste metaboliche dell’organismo. I segni e i sintomi che possono comparire in caso di ipertiroidismo sono vari e legati all’aumento di tutti i processi metabolici:

  • perdita di peso;
  • tachicardia;
  • nervosismo, ansia, instabilità emotiva e insonnia;
  • aumento della temperatura corporea ed eccessiva sudorazione;
  • alterazioni del flusso mestruale;
  • fatica e debolezza muscolare;
  • sguardo sbarrato come conseguenza della retrazione della palpebra superiore;
  • esoftalmo: è presente in circa il 15% dei casi di ipertiroidismo autoimmune ed è dovuto all’accumulo di sostanze al di dietro del bulbo oculare con conseguente aumento della sua sporgenza e alterazione della fisionomia del viso.

L’ipertiroidismo può indurre una serie di problemi a carico dell’apparato cardiovascolare, dovuti all’aumento dei battiti cardiaci, aritmie e a quello della pressione arteriosa; può portare a fragilità ossea e inoltre osteoporosi, problemi alla vista, e, infine, a una crisi tireotossica. La diagnosi si basa sull’attenta analisi della storia clinica e delle condizioni fisiche del paziente.

Ipotiroidismo si manifesta quando la tiroide non è in grado di produrre ormoni in sufficienza. L’ipotirodismo può avere differenti cause, dovute sia a fattori genetici che ambientali, tra cui la carenza di iodio. Da un punto di vista fisiopatologico l’ipotiroidismo può essere:

  1. PRIMARIO, se il danno d’organo è di origine tiroidea;
  2. SECONDARIO, se il danno d’organo è primariamente a livello ipofisario;
  3. TERZIARIO, se il danno d’organo primitivo è a livello ipotalamico;
  4. PERIFERICO, qualora sia presente un’alterazione recettoriale a livello dei vari organi e tessuti che blocca o riduce l’azione delle iodotironine.

Esistono anche condizioni di distiroidismo dovute ad alterazioni primitive delle proteine di trasporto delle iodotironine, con conseguente alterata biodisponibilità delle stesse, sostenute da diverse condizioni cliniche o da farmaci. Tutte le forme di ipotiroidismo (primario, secondario, terziario, periferico) comprendono cause congenite e acquisite. I sintomi dell’ipotiroidismo sono spiacevoli e possono influire sull’autostima, sul lavoro e sulla vita familiare e di relazione. Tra questi, i più comuni sono:

  • Affaticamento/sonnolenza;
  • Intolleranza al freddo;
  • Aumento di peso o maggiore difficoltà a dimagrire (nonostante una dieta rigorosa e l’esercizio fisico);
  • Depressione;
  • Stitichezza;
  • Cicli mestruali anomali o problemi di fertilità;
  • Problemi articolari o muscolari;
  • Capelli e unghie sottili e fragili e/o pelle secca squamosa;
  • Ridotta libido

Se non trattato, l’ipotiroidismo può causare complicanze più serie e addirittura mettere a repentaglio la vita. Tra le sue gravi complicanze figurano:

  • Bassa frequenza cardiaca (bradicardia) che può portare anche al coma;
  • Insufficienza cardiaca;
  • Depressione grave;
  • Coma;
  • Malattia di Alzheimer (rischio più elevato nelle donne).

Tumori, come si è detto per il gozzo, lo sviluppo di noduli tiroidei è solitamente un fenomeno di natura benigna. In caso di noduli maligni, i carcinomi più comuni sono gli adenocarcinomi papillari o papillari-follicolari (misti) che rappresentano rispettivamente circa il 75% e il 15% per cento dei tumori maligni della tiroide. La prognosi è eccezionalmente buona, con oltre il 90 per cento di probabilità di guarigione. Le donne sono colpite con una frequenza di 4 volte maggiore rispetto agli uomini: si calcola che, ogni anno, i casi in Italia siano di 1600 a 400 anche se, ultimamente, si sta verificando un aumento della nodularità tiroidea anche nella popolazione maschile.

Tra le cause principali: l’esposizione a radiazioni ionizzanti alla regione del collo.

Tiroide di Hashimoto, chiamata anche tiroidite linfocitaria, è l’infiammazione della tiroide più diffusa al mondo. Tende ad avere una distribuzione familiare ed è circa 6 volte più frequente nella donna e colpisce dal 5 al 15% della popolazione femminile; la sua incidenza aumenta con l’età. E’ una malattia di tipo “autoimmune” cioè determinata da una auto-aggressione del proprio sistema immunitario da parte di anticorpi e cellule killer che causano la progressiva distruzione e l’evoluzione frequente verso l’ipotiroidismo.

Tiroide e gravidanza

Durante la gravidanza si verificano normali modificazioni fisiologiche del funzionamento della tiroide quali: riduzione dei valori circolanti di TSH nel primo trimestre, aumento della proteina veicolante gli ormoni tiroidei, con conseguente incremento degli ormoni totali e riduzione delle frazioni libere; innalzamento dei valori sierici di tireoglobulina, conseguenti all’aumentato impegno della ghiandola; aumentata escrezione urinaria di iodio per incremento della diuresi.

Tiroide post-partum

E’ una infiammazione della ghiandola tiroidea che, generalmente, si manifesta entro un anno dal momento del parto e colpisce circa il 5% delle donne che hanno avuto una gravidanza. Nel decorso della malattia si verificano solitamente 2 fasi: l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo. Nella prima fase, che dura da 2 a 4 mesi, la tiroide rilascia nel sangue un eccesso di T3 e T4. Tra i sintomi manifestati ci sono rapida perdita di peso, accelerazione del battito cardiaco, nervosismo, sudorazione eccessiva, ipersensibilità al caldo, ecc. Se non si ripristina una condizione di normalità, si entra nella seconda fase di ipotirodismo, caratterizzata da gozzo, aumento ponderale non associato a variazioni dell’alimentazione, affaticamento ed astenia, depressione, cute secca ed unghie fragili, perdita di capelli, aumentata sensibilità al freddo. Nelle donne che sviluppano la seconda fase, circa 1 su 5 sviluppa un ipotiroidismo persistente entro 3 o 4 anni e necessita di una terapia sostitutiva con ormone tiroideo, l-tiroxina, per tutta la vita. Se non trattato, l’ipotiroidismo può determinare anche seri problemi di salute (ad esempio malattie cardiache).

Presso il Centro è possibile effettuare un check up tiroide usufruendo di un servizio di alto profilo prestato da un medico endocrinologo specializzato in una struttura confortevole e con strumentazione diagnostica di ultima generazione. Il check up di prevenzione proposto dal Centro FisioMedica IGEA affianca alla visita dello specialista la diagnostica strumentale. Attraverso lo studio ecografico, lo studio doppler e la visita specialistica ci si propone di definire lo stato di salute della tiroide e eventualmente identificare quanto più precocemente possibile le sue alterazioni.

Il Check up tiroide si svolge in seduta unica ed include

  • Visita endocrinologica, valutazione della storia clinica familiare, personale e esame obiettivo.

  • Ecografia tiroidea, è un esame indolore, assolutamente non invasivo, rapido, sicuro e del tutto indipendente da radiazioni ionizzanti o sostanze radioattive. L’esame è assolutamente privo di rischi e senza alcuna controindicazione. L’ecografia tiroidea è in grado di fornire informazioni precise su anatomia e vascolarizzazione della tiroide e rappresenta un passo fondamentale nella diagnostica e nella fase di controllo terapeutico delle più importanti forme patologiche della tiroide; tra queste spiccano i tumori maligni differenziati che, fortunatamente, coprono una percentuale molto bassa delle patologie tiroidee.

  • Ecocolordoppler tiroideo, oltre a rappresentare la morfologia della ghiandola e a determinarne il volume per diagnosticare l’eventuale presenza del cosiddetto gozzo diffuso, verifica anche la presenza di noduli, ne esamina le caratteristiche (solido, liquido, misto), i margini e i rapporti con le altre strutture. L’esame è di fatto un’ecografia, potenziata dai valori visivi (color) e acustici (doppler), in grado di analizzare i vasi sanguigni e il flusso di sangue che li attraversa tramite una sonda appoggiata dal medico specialista sulla zona interessata, ed evidenzia anche le più piccole lesioni delle pareti dei vasi, consentendo di valutarne con precisione l’entità. Utilizzando la tecnica doppler si va ad indagare anche il flusso ematico all’interno della ghiandola tiroidea, fornendo indicazioni sulle arterie che irrorano la tiroide.

Effettuare il check up tiroide periodicamente e regolarmente rappresenta un’ottima pratica che consente di rilevare i fattori di rischio nelle loro prime fasi, e dunque trattare precocemente gli eventuali fattori di rischio con cambiamenti dello stile di vita ed opportune terapie farmacologiche, prima che possano portare allo sviluppo di malattie.

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Effettuare dei Check up salute periodicamente e regolarmente rappresenta un'ottima pratica che consente di rilevare i fattori di rischio nelle loro prime fasi, e dunque trattare precocemente gli eventuali fattori di rischio con cambiamenti nello stile di vita ed opportune terapie farmacologiche prima che possano portare allo sviluppo di malattie.

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