PUBALGIA: SINTOMI, DIAGNOSI E PREVENZIONE

Pubalgia: Sintomi, Diagnosi e Prevenzione

Pubalgia a Centocelle, Prenestino, Roma.

Cos’è la pubalgia?

Pubalgia Diagnosi e Trattamento. Centro FisioMedica IGEA. Centocelle, Prenestino, Roma.La pubalgia è una sindrome dolorosa mioentensiva che interessa la regione addomino-pubo-crurale con quadri clinici anche molto diversi tra loro, in prevalenza colpisce gli sportivi e le donne in gravidanza; è altresì considerata una patologia da sovraccarico, cioè causata da microtraumi che si ripetono nel tempo e da allenamenti in condizione di affaticamento dello sportivo, da patologie muscolari e tendinee, da patologie ossee e articolari o da patologie infettive e tumorali.

Il dolore nella pubalgia è localizzato spesso a livello dell’inguine e/o del pube e/o all’interno della coscia, in genere si presenta al risveglio e nei primi minuti di movimento, per poi scomparire con il riscaldamento muscolare.

Progredendo nelle fasi della patologia, nello sportivo, il dolore tende ad aumentare soprattutto durante gli scatti e i bruschi cambi di direzione.

Il pube, insieme all’ileo e all’ischio, formano le ossa del bacino. Più precisamente si trova nella parte inferiore dell’osso iliaco. Anatomicamente è formato da:

  • un ramo superiore o ileo-pubico che rappresenta la parte superiore dell’osso pubico. Il ramo superiore contribuisce alla formazione del foro otturatorio e dell’acetabolo. Sulla superficie esterna troviamo il muscolo adduttore lungo, il muscolo otturatore esterno, il muscolo adduttore breve e il muscolo gracile.
  • il corpo anteriore del pube: è una conformazione larga e piatta, che si trova tra il ramo superiore ed il ramo inferiore del pube;
  • la cresta pubica e la superficie interna che contribuiscono alla formazione di parte della piccola pelvi ed inoltre è connessa con alcune fibre del muscolo otturatore interno.
  • il ramo inferiore o ischio-pubico: il ramo inferiore è localizzato nella porzione inferiore dell’osso pubico. Anche qui abbiamo la presenza di fasci dei muscoli adduttori.

Pubalgia a Centocelle, Prenestino, Roma.

Dal punto di vista clinico si riscontrano tre tipi di pubalgia:

  • Tendinopatia inserzionale, causata da microtraumi ripetuti a carico dei muscoli adduttori della coscia e dei muscoli addominali, dove si crea infiammazione.
  • Sindrome sifisiaria, causata da microtraumi che creano una disfunzione a livello della sinfisi pubica, provocando un’ instabilità del bacino. È una condizione tipica delle donne in gravidanza.
  • Sindrome della guaina del retto addominale o del nervo perforante del retto addominale nel calciatore, è causata dalla forte tensione degli addominali, che si ha quando ad esempio si tira un calcio.

Sintomi principali

Il sintomo principale della pubalgia è il dolore, localizzato inizialmente nella zona pubica, che poi si irradia alle cosce, all’inguine, ed al basso addome. I sintomi più comuni della pubalgia sono:

  • Dolore muscolo-tendineo all’inguine.
  • Dolore all’interno coscia.
  • Dolenzia alla parte bassa dell’addome e all’altezza della sinfisi pubica.
  • Indolenzimento che si irradia fino ai fianchi.

Questi sintomi di solito sono più intensi al risveglio, e quando iniziamo un’attività fisica, poi tendono a scemare, perché i muscoli si scaldano con il movimento, contrastando la sensazione dolorosa. Un altro sintomo della pubalgia, che potrebbe sembrare atipico ma è abbastanza diffuso, è la sensazione di dover urinare anche se la vescica è vuota. In presenza di queste manifestazioni dolorose, è importante rivolgersi ad uno specialista, che potrà confermare la diagnosi di pubalgia ed escludere la presenza di altre eventuali patologie con sintomi simili. La pubalgia può essere divisa in tre gradi di gravità:

  • 1 ° grado: dolore lieve, poca perdita di forza o movimento.

  • 2 ° grado: dolore moderato, perdita di forza da lieve a moderata e alcuni danni ai tessuti.

  • 3 ° grado: dolore severo, grave perdita di forza e funzionalità a causa di una rottura completa del muscolo.

Diagnosi

Un’attenta e corretta diagnosi da parte di un medico specialista, quale può essere un fisiatra o un ortopedico, aiuta a capire quale sia la cura migliore per la tua pubalgia. È molto importante, per fare diagnosi, un’attenta anamnesi del Paziente, un esame obiettivo generale e la consultazione di immagini radiologiche; l’ecografia si dimostra importante in quanto può escludere la presenza di un’ernia inguinale e può mettere in evidenza zone di flogosi, ematomi. Ma la risonanza magnetica si dimostra l’esame di elezione in quanto può dare informazioni dettagliate sia sulla situazione ossea, che sulle strutture muscolari e tendinee.

Pubalgia: terapie per contrastarla

Una volta accertata la presenza di pubalgia, cosa si può fare?

Prima di tutto, non esiste una cura vera e propria per questa sindrome dolorosa. È però possibile ricorrere ad alcune strategie per rispondere al trauma e recuperare la funzionalità dell’area interessata. In caso di pubalgia, il primo fra i rimedi è il riposo assoluto o almeno il riposo dei muscoli e dell’articolazione che sono coinvolti nel disturbo. Dipende da ciascuna situazione, ma in genere il periodo di riposo opportuno varia da 2 a 3 settimane fino a raggiungere alcuni mesi. Per una pubalgia la terapia in fase acuta va poi a comprendere anche queste pratiche:

Impacchi di ghiaccio sulla zona interessata per 15 minuti 2 o 3 volte al giorno. Questo rimedio è molto efficace nella riduzione del dolore;

Assunzione di farmaci antiinfiammatori.

Fisioterapia, che ha un ruolo fondamentale.

Laserterapia, durante la quale si tratta in modo mirato l’area interessata grazie all’energia luminosa del laser, che riduce il dolore, rilassa i muscoli e velocizza il processo di guarigione.

Tecarterapia che è un’ottima opzione, in quanto utilizza radiofrequenze per sollecitare una risposta nei tessuti.

Terapia a ultrasuoni: grazie alle vibrazioni, le molecole dei tessuti colpiti si muovono con un effetto di micro-massaggio.

T.E.N.S contro il dolore e, se esso si rivela particolarmente duraturo, possono rendersi utili anche le onde d’urto, in quanto favoriscono l’apporto corretto di sangue ai tessuti infiammati e il progressivo riassorbirsi di eventuali calcificazioni.

Nella seconda fase, il fisioterapista penserà ad un iter riabilitativo adatto alla tua storia clinica e basato su tecniche di terapia manuale, manipolazione fasciale e esercizi di riabilitazione funzionale mirati sulle possibilità del singolo Paziente. Per un completo e duraturo recupero il Paziente dovrà:

Sottoporsi a sedute di stretching per allungare la muscolatura non solo dei muscoli interessati dalla pubalgia, ma di tutta la catena posteriore, in modo da favorire una postura corretta.

Potenziare i muscoli addominali (spesso i sintomi della pubalgia sono dovuti ad uno squilibrio di forza fra questi ultimi e gli adduttori).

Effettuare esercizi volti a riequilibrare gli schemi motori ed il tono dei vari distretti muscolari.

Questi non sono solo rimedi per la pubalgia nell’uomo, ma anche per quella che interessa le donne.

Per quanto riguarda il tema specifico della gravidanza, dal momento che è giocoforza limitata la scelta dei farmaci da utilizzare, la futura mamma può anche usare una fascia addominale di sostegno, da applicare sulla parte più bassa dell’addome in modo da contenerlo senza schiacciarlo. Non c’è comunque da preoccuparsi, né per la donna né per il bambino: questo tipo di pubalgia in genere scompare dopo il parto e non tocca minimamente il feto. È anche possibile ricorrere a rimedi naturali per la pubalgia, come ad esempio l’applicazione di creme a base di piante con proprietà antiinfiammatorie: arnica, curcuma e zenzero. In ogni caso, nel riprendersi da una pubalgia i tempi di recupero sono strettamente collegati alla diligenza con cui il Paziente si riposa e possono variare da una settimana a diversi mesi, a seconda della situazione di partenza.

Se dovessimo quindi rispondere alla domanda “come guarire dalla pubalgia?”, la risposta sarebbe: con costanza e approccio multidisciplinare.

Come posso prevenire la pubalgia?

Dato che la pubalgia può essere dolorosa e debilitante, il miglior consiglio è prevenirla. Dovresti:

  • Riscaldare sempre le gambe e i muscoli inguinali prima dell’attività fisica. È dimostrato che una leggera corsa o altre attività per aumentare la temperatura corporea riducono il rischio di pubalgie.
  • Indossare scarpe con un buon supporto.
  • Aumentare sempre gradualmente l’intensità dell’attività fisica.
  • Interrompere l’esercizio se senti dolore o senso di oppressione all’inguine o all’interno della coscia.
  • Fare esercizi di rafforzamento regolari per i muscoli della coscia, specialmente se hai avuto la pubalgia.

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