SINDROME DI OSGOOD-SCHLATTER: SINTOMI, CAUSE E TRATTAMENTI

SINDROME DI OSGOOD-SCHLATTER: SINTOMI, CAUSE E TRATTAMENTI

Sindrome di Osgood-Schlatter. Centro FisioMedica IGEA.

Sindrome di Osgood-Schlatter. Centro FisioMedica IGEA.

La sindrome di Osgood-Schlatter è un’osteocondrosi dell’apofisi del tubercolo tibiale. Si riscontra nei ragazzi adolescenti, in particolar modo in coloro che praticano sport come il basket, la ginnastica, il calcio e la pallavolo o altre attività che richiedono corsa e/o salto. La causa dello sviluppo di tale disturbo non è ancora nota, ma ad oggi vi è un consenso generale circa il fatto che questa condizione rappresenti la più alta incidenza di lesioni articolari del ginocchio negli adolescenti attivi. Gli sport in cui tali soggetti sono coinvolti, solitamente sono caratterizzati da un eccessivo sovraccarico muscolo-tendineo, da un’elevata frequenza degli allenamenti e dalla presenza di forti impatti. Spesso, queste attività sportive sono praticate in condizioni improprie e senza un’adeguata supervisione. Tutti questi fattori potrebbero causare una rapida serie di processi traumatici e degenerativi nei componenti del sistema muscoloscheletrico degli adolescenti, con conseguenti lesioni associate. Inoltre, in diversi studi, sono stati riscontrati altri fattori che potrebbero essere associati all’insorgenza del morbo di Osgood-Schlatter, tra cui alterazioni morfologiche della rotula e del suo tendine, insufficienza vascolare dell’apofisi tibiale, alterazioni angolari del ginocchio, scarsa flessibilità dei quadricipiti e dei muscoli posteriori della coscia o della gamba, malallineamento della gamba e sviluppo di apofisite nella tuberosità tibiale.

Epidemiologia

L’esordio della sindrome di Osgood-Schlatter coincide con il periodo di sviluppo adolescenziale, con un’età compresa tra i 12 e i 15 anni per i ragazzi e tra 8 e 13 anni per le ragazze.

Sintomi

Il sintomo principale della sindrome di Osgood-Schlatter è, sicuramente, il dolore localizzabile di solito a livello del terzo inferiore del tendine rotuleo, proprio nella sede di inserzione del tendine sul tubercolo o tuberosità tibiale. Il dolore solitamente è ben localizzato ma, talvolta, può espandersi anche alla rotula o alla tibia. È un dolore che ha carattere spontaneo e si manifesta gradatamente. Esso aumenta alla pressione o quando si fa attività fisica. Molto spesso al dolore si associa un altro sintomo tipico come il gonfiore. Il ginocchio, quindi, è tumefatto alla vista e sovente più caldo alla palpazione. Tale sintomatologia, quasi sempre, va di pari passo con limitazione funzionale. Il bambino, infatti, non è in grado di fare sport con l’intensità di sempre e ha bisogno di riposarsi più frequentemente. Nelle situazioni più gravi, l’attività fisica è impraticabile.

Diagnosi

La diagnosi di solito è clinica. Al medico è sufficiente raccogliere l’anamnesi, cioè tutti i dati relativi alle caratteristiche del dolore e proseguire con la visita. Qualora tale iter non bastasse, si opta per l’esecuzione di una radiografia al ginocchio che, nella maggioranza dei casi è normale soprattutto se il dolore è insorto recentemente. Nelle situazioni più avanzate, invece, la radiografia evidenzierà una tuberosità tibiale irregolare e dall’aspetto frammentato.

Terapia

La terapia ha lo scopo di eliminare il dolore. Spesso, in particolare nella fase iniziale, il riposo funzionale e l’astensione dallo sport bastano per la completa risoluzione della sintomatologia algica. Nelle prime ventiquattro, quarantotto ore, dall’insorgere dei sintomi è consigliata la crioterapia, ovvero l’apposizione di ghiaccio. Nei casi più complessi si fa ricorso all’assunzione di paracetamolo o di FANS, antinfiammatori non steroidei. Sono certamente molto utili per un recupero più veloce, gli esercizi di allungamento dei muscoli cioè stretching che hanno anche azione decontratturante sul muscolo quadricipite. Essi vanno associati ad un apposito programma di rieducazione motoria.

Al contrario, se viene trascurata possono verificarsi conseguenze anche nell’età adulta. Le più pericolose sono l’avulsione oppure la frammentazione della tuberosità tibiale, condizioni che necessitano di un trattamento chirurgico adatto perché, in caso di avulsione la tuberosità tibiale dovrà essere risaldata di nuovo all’osso mentre nell’altro caso i frammenti dovranno essere asportati poiché potrebbero essere oggetto di calcificazione con successiva alterazione della struttura del tendine rotuleo.

Ginnastica Posturale per la sindrome di Osgood Schlatter

Generalmente si ritiene che questo disturbo si risolva entro 12-18 mesi dalla sua insorgenza, poiché nel 60% dei Pazienti il dolore scompare spontaneamente, così come le limitazioni funzionali del ginocchio. Tuttavia, in alcuni casi, i sintomi continuano anche oltre due anni e si possono risolvere con interventi Fisioterapici e di Ginnastica Posturale. Quest’ultima è finalizzata al rinforzo della muscolatura del ginocchio, impostato su tre livelli di progressione con prove progressivamente crescenti per impegno fisico.

Tra gli esercizi più utilizzati vi sono lo squat, la tensione muscolare sotto sforzo e la gestione attiva del ginocchio, che deve essere portata avanti fino all’insorgenza del dolore. Esercizi del genere dovrebbero durare inizialmente 10-15 minuti al giorno per le prime quattro settimane, per arrivare a 30 minuti al giorno tra la quinta e la dodicesima settimana.

È sempre consigliabile eseguire gli esercizi posturali in alternanza, coinvolgendo prima una gamba e poi l’altra, mai contemporaneamente. Il riposo dall’attività sportiva è obbligatorio almeno nelle prime 4-6 settimane, e comunque finché non è diminuito il dolore, per evitare l’insorgenza di rigidità muscolare sia anteriore che posteriore della gamba.

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